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Gli accordi di Parigi del 2015 hanno fissato degli stringenti limiti all’aumento massimo della temperatura superficiale nel prossimo secolo. Per poter sperare di rimanere al di sotto della soglia massima di riscaldamento (2 °C) prima che i suoi effetti diventino eccessivamente nocivi per la nostra civiltà, sono state proposte varie soluzioni “temporanee”, da applicare mentre le nazioni riducono le loro emissioni, che vanno sotto il nome di climate engineering, o geoingegneria: ad esempio, una riduzione della radiazione solare in arrivo a terra potrebbe essere effettuata tramite l’iniezione in stratosfera di SO2, similmente a ciò che è stato osservato a seguito di grandi eruzioni vulcaniche esplosive.

Prima di pensare di applicare una simile soluzione c’è bisogno di studi teorici che permettano alla comunità scientifica di comprendere nel miglior modo possibile gli effetti sul clima che un tale intervento potrebbe avere. Per questo motivo, dal 2009 è attivo il progetto GeoMIP (Geoengineering Model Intercomparison Project), il cui scopo è di coordinare simulazioni con un ampio numero di modelli climatici da tutto il mondo l’iniezione di solfati in atmosfera, e osservarne i possibili effetti. In un articolo appena pubblicato da Daniele Visioni e suoi collaboratori, vengono analizzati gli effetti dinamici e chimici di questo possibile esperimento sulla concentrazione del metano (CH4) in atmosfera, utilizzando il modello ULAQ-CCM dell’Università dell’Aquila e un modello sviluppato dalla NASA, il GEOSCCM. Entrambi i modelli hanno trovato modifiche nella concentrazione di metano dovute sia a cambiamenti dalla circolazione atmosferica in troposfera e in stratosfera, sia a cambiamenti di tipo chimico dovuti, a loro volta, a modifiche di composti in troposfera come l’ozono, con importanti ricadute sulla quantità di radiazione UV-B in arrivo a terra e sulla qualità del’aria.

Lungi dal voler essere un endorsement di un eventuale realizzazione pratica di un intervento di geoingegneria, questo studio potrà aiutare, insieme ad altri pubblicati nell’ambito del progetto GeoMIP, a valutarne in modo robusto tutte le possibili ramificazioni, se mai nel futuro dovesse sorgerne il bisogno.

Autore dell’articolo: Daniele Visioni.

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